Un problema diffuso: “Il bullismo” Noi alunni di quinta riceviamo quotidianamente “la Repubblica @ Scuola”. Leggendola abbiamo notato che un problema enormemente diffuso da nord a sud Italia e all’estero,sia tra maschi che femmine,è il bullismo, esteso prevalentemente tra i giovani della scuola elementare e della media. Down picchiato in classe; ragazza obbligata a farsi ogni giorno la doccia fredda nei bagni della palestra; ragazzo ustionato dall’accendino di un suo coetaneo; due alunni suicidatisi perché minacciati ripetutamente e potremmo continuare con notizie di vessazioni tra i giovani trasmesse continuamente tra i media: tv, Internet, radio, giornali. Il bullismo è la versione italiana del termine inglese “bullying”, utilizzato per definire l’insieme di comportamenti errati in cui uno fa o dice cose per avere potere su un’altra persona. Il bullo non è un criminale, ne una persona che fa scherzi di tanto in tanto, ma un prepotente che pretende cose ripetutamente; egli vorrebbe diventare un capo ed essere al centro dell’attenzione per motivi positivi, essere simpatico, andare bene a scuola e nello sport ma non ci riesce. Egli sfoga la sua rabbia picchiando e minacciando chi è timido; chi non applaude alle bravate o chi è secchione e riesce in cose in cui lui fallisce. Anch’io ho ricevuto di tanto in tanto offese di vario genere, venivo chiamato con nomignoli fastidiosi come “Nanetto” e qualche volta ho subito anche aggressioni fisiche. In quei momenti mi sentivo afflitto, leggermente depresso, ma anche innervosito. Nel momento in cui la maestra ci ha dato l’occasione di raccontare le nostre esperienze, alcuni alunni, compreso me, si sono sfogati. Io, grazie all’insegnante di italiano, mi sono alleggerito di questo problema e ho potuto respirare un senso di libertà. Insieme a lei, noi scolari, riflettendo e leggendo un libro trattante il bullismo intitolato “Ulisse e Polifemo”, abbiamo capito che bisogna reagire al bullo con l’astuzia e non con la sua stessa violenza. Prima di tutto non bisogna vergognarsi, non piangere, ma mostrarsi decisi al bullo; evitare di stare da soli in sua presenza, confidarsi con qualcuno e chiedere aiuto, senza temere di essere considerati infantili o spioni. Parlarne con gli adulti di cui ci si fida, può aiutare il bullo a superare la sua situazione, perché è proprio lui che ha problemi, forse in famiglia o nelle relazioni con gli altri. La scuola e la famiglia hanno un ruolo molto importante nella formazione dei ragazzi, che hanno bisogno di dialogo, di educazione alla legalità e rispetto delle regole. Alunno: Giuseppe Fazio classe: 5^ sez.: C plesso: “Don Orione” |