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VALUTARE PER EDUCARE |
La valutazione indica l’atto e l’effetto del valutare, dell’attribuire cioè un valore a oggetti, eventi o comportamenti. Ai sensi della legge 107/2015 costituiscono oggetto della valutazione:
- la verifica degli apprendimenti, ossia delle conoscenze e abilità disciplinari indicate negli obiettivi di apprendimento, codificati nel curricolo di Istituto, sulla base delle Indicazioni Nazionali;
- la valutazione del comportamento, cioè della partecipazione, dell’impegno, del rispetto delle regole e dei valori democratici e di cittadinanza attiva;
- la rilevazione delle competenze e la loro certificazione sulla base del modello ministeriale.
All’idea di valutazione normativa, intesa soprattutto in senso selettivo, si è sostituita l’idea di una valutazione formativa o autentica che è strumento di promozione dello studente e di miglioramento complessivo della “qualità” della scuola. Gli approcci e gli strumenti che vengono utilizzati per la valutazione degli studenti sono un mezzo per favorire l’inclusione scolastica e la promozione del successo formativo degli allievi. La valutazione, infatti, si riflette sull’autostima dello studente e sulla percezione che egli sviluppa sulle proprie capacità e sulla motivazione all’impegno scolastico. I risultati raggiunti sono sempre suscettibili di crescita attraverso l’impegno e l’esercizio quotidiano ed è fondamentale che lo studente acquisisca la consapevolezza che sia essenziale investire sul proprio futuro. È importante, dunque, che il momento valutativo venga considerato come uno strumento di aiuto e supporto all’alunno, che è attore responsabile del proprio percorso formativo. A tal fine gli eventuali insuccessi non possono essere considerati meri fallimenti, ma sfide da affrontare in un’ottica di sviluppo permanente. L’attenzione valutativa, dunque, parte dall’asse culturale degli apprendimenti (conoscenze e abilità) e si sposta verso l’asse culturale della maturazione personale o dell’essere (capacità e competenze) che diventano il fulcro portante della valutazione. Il che significa, in sostanza, che qualsiasi pratica valutativa non deve mai perdere di vista l’unità della persona e la continuità del processo formativo. Di conseguenza, alla valutazione delle conoscenze e abilità, le cui prove sono utili per verificare se l’alunno le possiede e a quale livello, si integra una valutazione autentica, che avvalendosi di strategie visive, scritte e orali, si fonda sull’osservazione e sul giudizio, dando valore alla qualità delle prestazioni attraverso specifici indicatori. Ne discende, dunque, che la pratica valutativa si rivolge in due diverse direzioni e con visioni epistemologiche e metodologiche diverse, in quanto la prima tende più all’oggettività e alla misurazione, mentre la seconda all’interpretazione e al senso delle cose. Alla dimensione valutativa si intreccia, infine, quella orientativa che consiste nel far acquisire agli alunni consapevolezza delle proprie attitudini, interessi e capacità al fine di costruire consapevolmente il proprio progetto di vita, trasformando le conoscenze in sapienza, in arte di vivere (Morin).