La nostra scuola è situata in un rione di Bari, Japigia,
conosciuto come zona a rischio per l’alto livello di
criminalità, nonché per la presenza di molti stranieri,
soprattutto di etnia Rom. L’utenza, molto varia, annovera alunni
figli di professionisti, figli di genitori in carcere, figli di
nomadi. Conta al momento 1200 alunni di cui 54 Rom provenienti
dal campo Santa Teresa, autorizzato dal Comune e da campi
abusivi situati nei pressi di Torre Quetta e di San Giorgio.
In questi
anni la nostra scuola si è dimostrata sensibile alle
problematiche degli alunni rom che,da sempre, numerosi lo hanno
frequentato e che presentano problematicità di integrazione
diverse, rispetto ad altri stranieri affinando
tutte le strategie idonee
prima per accogliere e, quindi, per integrare i “nuovi alunni”,
non dimenticando che una vera integrazione passa attraverso una
specifica e continua sensibilizzazione ai valori educativi
dell’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione rivolta a
tutti i ragazzi della scuola e alle loro famiglie.
Il Comune di Bari finanzia annualmente un progetto integrato
proposto dalla scuola, "Una marcia in più” che prevede
varie azioni di intervento, dal recupero didattico, al confronto
culturale, alla in-formazione degli adulti, alla promozione
dell’igiene personale. A questo proposito la scuola da
quest’anno ha messo a disposizione alcuni locali con doccia per
poter garantire ai piccoli che vivono in campi abusivi,
senz’acqua la possibilità di lavarsi almeno due volte la
settimana.
L’inclusione è un processo lento e che necessita di
consolidamento, pian piano, ma senza perdere di vista
l’obiettivo finale: le parole integrazione, interazione,
inclusione, nel contenuto più concreto e che si materializza
quando tornando in ufficio trovi sulla scrivania una lettera
scritta con un italiano incerto:
"Noi la famelia rom, ringraziamo la scuola che è una famelia più
grande. Il natale è anche la festa dei doni e noi i doni li
abbiamo ricevuti: la amicizia e il core di chi ci vole bene.
Abbiamo ricevuto sopra tutto il dono dello studio,
dell’assistenza di chi ci fa crescere in mezzo a voi con amore
della compania di chi cammina insieme con noi. Siete tutti
angeli che sonate per noi la campanella della accoglienza."
Leggendo queste parole il silenzio e la riflessione sono la
miglior risposta.
tratto da Minori
e giustizia n.1/2011-
La scuola:
dall'inserimento all'integrazione, dall'interazione
all'inclusione sociale
di Patrizia
Rossini
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