In
relazione alla valutazione interna degli apprendimenti le istituzioni
scolastiche sono tenute ad individuare “ modalità e criteri di valutazione
degli alunni” (DPR 275/99, art.4).
Il termine criterio può essere usato per indicare ambiti specifici di
osservazione, punti di vista privilegiati che vengono selezionati per
osservare l’apprendimento degli alunni e le fasi del loro sviluppo. Così
intesi, i criteri possono essere articolati in indicatori e descrittori.
Ma criteri di verifica e di valutazione possono anche
significare regole da rispettare nelle pratiche valutative. In tal senso,
criteri e modalità di verifica costituiscono nel loro insieme un modello
operativo la cui funzione è quella di fornire orientamenti certi agli
operatori impegnati nelle attività di verifica e valutazione.
In un modello operativo si
distinguono i seguenti elementi:
-
l’ambito e l’oggetto da valutare (l’insegnamento o
l’apprendimento, i progressi degli alunni, i comportamenti in classe o
nei gruppi ecc);
-
i soggetti responsabili dei diversi momenti legati alle
pratiche valutative, le fasi della valutazione (iniziale o diagnostica, in
itinere o formativa, finale o sommativa);
-
le procedure ( scelta degli obiettivi, predisposizione delle
prove di verifica, monitoraggio, lettura e interpretazione dei dati,
espressione del giudizio ecc.);
-
i tempi, ossia i periodi e le scadenze da rispettare in ordine
ai rilevamenti dei dati e alla comunicazione dei giudizi ( affissione
all’albo della scuola, consegna dei documenti ufficiali alle famiglie
ecc);
-
gli strumenti da utilizzare nel processo valutativo (schede
di vario tipo, chek-list di rilevazione, foglio elettronico, diario di
bordo ecc.).
Vale
la pena sottolineare che, naturalmente, i criteri e le modalità di verifica
e di valutazione si evolvono nel tempo per cui, dietro ogni modello
operativo di valutazione, c’è una cultura della valutazione, ossia un
paradigma nel senso di visione di insieme del processo valutativo, che si
sostanzia di norme giuridiche e regole cui sono legati operativamente tutti
i soggetti impegnati nelle pratiche valutative, sia individualmente che
collettivamente.
Dalla misurazione del profitto alla valutazione del processo
di apprendimento
Evoluzione del significato del
concetto di “valutazione”:
-
valutazione come giudizio degli alunni
-
valutazione come controllo dell’apprendimento
-
valutazione come sostegno all’apprendimento
L’attenzione valutativa si
sposta dall’asse culturale degli apprendimenti (conoscenze e abilità)
all’asse culturale della maturazione personale o dell’essere (capacità e
competenze) che diventa così l’asse portante della valutazione. Il che
significa, in sostanza, che qualsiasi pratica valutativa non deve mai
perdere di vista l’unità della persona e la continuità del processo
formativo.
Inoltre, affermando la
centralità dell’asse della maturazione della persona, si attribuisce alla
valutazione dell’asse culturale degli apprendimenti (conoscenze e abilità)
una funzione secondaria e derivata, nel senso che la verifica delle
conoscenze e abilità costituisce un accertamento solo strumentale, del
tutto estrinseco all’essere del soggetto e alla sua individualità e
specificità. Di conseguenza, dalla valutazione delle conoscenze e abilità,
la cui verifica è necessaria per sapere se l’alunno le possiede o no e a
quale livello, non si può estrapolare un giudizio sulla persona, ossia
sull’essere del soggetto, perché i due piani, dell’essere e dell’avere, per
quanto connessi tra di loro, non sono sovrapponibili.
Occorre, dunque, prendere coscienza che la pratica valutativa deve
rivolgersi in due diverse direzioni e con visioni epistemologiche e
metodologiche diverse, in quanto la prima tende più all’oggettività e alla
misurazione, mentre la seconda all’interpretazione e al senso delle cose.
Alcune puntualizzazioni sulle
competenze:
·
- le competenze non possono essere
formulate”a priori”, ma solo “a
posteriori”
·
-le competenze hanno
carattere sempre contestuale, situato e distribuito
·
-le competenze non possono esaurire tutto
il loro contenuto in algoritmi
quantitativi, misurabili ed osservabili
· Per certificare le competenze occorre
integrare i metodi analitici e quantitativi con strumenti qualitativi,
prestando la massima attenzione alla contestualizzazione delle prestazioni e
al carattere globalmente personalizzato di esse.
“La competenza non è ricavabile
da un’analisi della natura del problema o del compito lavorativo da
affrontare e neppure dalla definizione di una somma aritmetica di conoscenze
e abilità possedute dal soggetto. Scaturisce invece dall’analisi e
dall’osservazione del soggetto in azione, dalla considerazione del tipo di
risorse che mette in campo, dalla modalità con cui le combina per
fronteggiare situazioni via via più complesse”.
Vista
l’impossibilità della rilevazione delle competenze in ambito scolastico, le
nuove indicazioni per il curricolo suggeriscono di verificare gli eventuali
traguardi per il raggiungimento delle competenze.
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